Cristicchi: «nei monasteri sono cambiato, siamo parte di un disegno»

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«nei monasteri sono cambiato, siamo parte di un disegno»

Secondo i pronostici, Cristicchi è tra i favoriti per vincere anche il Festival di Sanremo in corso in questi giorni, stasera ci sarà la finale. Il singolo che ha presentato si chiama Abbi cura di me, incluso nel nuovo album pubblicato il 6 febbraio scorso. «Non cercare un senso a tutto. Perché tutto ha senso, anche in un chicco di grano si nasconde l’universo. Perché la natura è un libro di parole misteriose, dove niente è più grande delle piccole cose. La vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere, perché tutto è un miracolo tutto quello che vedi».

Qualcuno l’ha già definita non a torto una “laude francescana” o un Cantico delle creature 2.0, dove la bellezza del creato diventa segno del Mistero, del miracolo, della «scintilla divina». In un altro brano, intitolato Gli Alberi, Cristicchi è ancora più profondo: «Per gioire di questo incanto, senza desiderare tanto, solo quello, quello che abbiamo, ci basterà. Ad accorgersi in un momento di essere parte dell’immenso, di un disegno, molto più grande, della realtà».

L’amicizia nei monasteri con frati e monache: “Sono le persone più felici”.

 

Le parole dell’artista sono però la miglior spiegazione: «Una suora clausura mi ha dato l’interpretazione più bella. È una preghiera di Dio all’uomo, perché anche Dio ha le sue fragilità», ha detto Cristicchi in un’intervista. Cristicchi ha frequentato in questi anni molti monasteri e conventi, come l’eremo di Monte Giove a Fano e la Fraternità di Romena guidata da don Luigi Verdi, con cui ha registrato il nuovo programma per Tv2000, Le poche cose che contano. Ha così creato un legame speciale con suore e monaci, scoprendo che «le persone più gioiose e felici che ho incontrato, sono quelle appartate dal mondo, ma non per una questione di fuga o di snobismo. Nel silenzio ci si connette a qualcosa. Ed è proprio soggiornando in un eremo quest’estate che ho scritto “Lo chiederemo agli alberi”, secondo inedito dell’album. Parlo dell’allodola, che è come le monache, l’uccellino prediletto da San Francesco e rappresenta l’umiltà, perché si ciba delle piccole briciole, del poco che ha, e canta dall’alba alla notte».

Nell’intervista Simone Cristicchi dice di essersi accorto che «la spiritualità va toccata con mano, la devi toccare e farne esperienza. E l’esperienza più forte è vedere persone rapite da qualcosa di superiore, che hanno abbandonato la vita precedente per un desiderio di infinito che appartiene a tutti». Mercoledì scorso, al termine dell’Udienza, il cantautore è riuscito ad incontrare anche Papa Francesco.

 

Un tempo era critico verso la Chiesa.

Un tempo era critico verso la Chiesa, come molti artisti provenienti dalla “sinistra impegnata”. Poi è accaduto qualcosa, «un mio amico monaco mi ha detto che sono un cristiano inconsapevole. Credo che occorra ritornare alle priorità della vita. Siamo invasi ogni giorno da mille progetti, da mille informazioni, mille immagini, siamo continuamente collegati e connessi con la realtà virtuale. Così si perde interesse per le grandi domande dell’esistenza. Siamo noi stessi che ci dobbiamo risvegliare e capire l’importanza della vita. In realtà c’è tanta bellezza che ci circonda, la meraviglia di esserci e di partecipare».

 

 

https://www.uccronline.it/2019/02/09/cristicchi-nei-monasteri-sono-cambiato-siamo-parte-di-un-disegno/?fbclid=IwAR2UJ3JeO5W-3Nsc654vG8kFsufnauYeu5TZWpmf0_-BvI-IvCQKVwsxME4