Le profezie dell’Humanae Vitae

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La pillola contro la civiltà occidentale (50 anni dopo)

Capitolo VI

 

LA COSCIENZA DI PAOLO VI: “LA NOSTRA FORZA E’ ESSERE NELLA VERITA’”

Dialogando col filosofo Jean Guitton, papa Montini ha più volte affrontato il discorso dell’HV, del suo travaglio interiore ma anche della sua determinazione nel difendere la verità contro ogni tipo di pressione esterna (cfr. M. Lintner, pp. 86-87). Prima della pubblicazione dell’enciclica confidava all’amico filosofo: «Si è voluto fare pressione su di me, ma non cederò mai. Attenderò» (J. Guitton, Paolo VI segreto, p. 88). Paolo VI sentì pesare sulla sua persona tutto il peso di una decisione cruciale per il destino della Chiesa riguardo una realtà grave e urgente: «Studiare è facile, il difficile è decidere» aveva affermato a riguardo. E intervistato dal Corriere della Sera il 3 ottobre del 1965 disse: «Tacere non possiamo. Parlare è un bel problema. La chiesa non ha mai dovuto affrontare, per secoli, cose simili» (in: M. Lintner, p. 71, nota 137). L’intento di Paolo VI non fu quello di pubblicare un documento esclusivamente normativo, una serie di divieti (come ancora oggi qualcuno lo interpreta!), per papa Montini HV fu «soprattutto la presentazione positiva della moralità coniugale in ordine alla sua missione d’amore e di fecondità “nella visione integrale dell’uomo e della sua vocazione, non solo naturale e terrena, ma anche soprannaturale ed eterna”» (Paolo VI, Udienza del 31 luglio 1968).

Dopo la pubblicazione di HV – in seguito a quattro anni di lavoro e di studio – il papa accolse con gratitudine le approvazioni «da parte di ebrei, di mussulmani, di protestanti, anche da parte di atei, cioè di coloro che si preoccupano dell’uomo» (p. 96) mentre conosceva la forza del liberalismo e del relativismo morale che, dentro e fuori la Chiesa, muoveva a favore di un cambiamento sostanziale della dottrina: «molti medici, molti uomini politici non oseranno mai condannare la pillola in forza della “morale della libertà” che predomina in questo momento nel mondo». Allo stesso tempo Paolo VI cercava in coscienza di difendere la verità senza compromesso alcuno con il mondo: «Noi non siamo obbligati a rispettare l’opinione dei più!», «Portiamo il peso dell’umanità presente e futura», «Siamo responsabili degli effetti duraturi nel tempo» (p. 97). Il papa era convinto che il messaggio di HV fosse una buona notizia e non una condanna per i coniugi cristiani: «Noi pensiamo che la nostra enciclica sarà motivo di salvezza: non sentenza di morte. Poco importa qui che siamo pochi, e anche che siamo soli. La nostra forza è essere nella verità» (p. 99). Gli anni che seguirono la pubblicazione di HV videro agitarsi contro Paolo VI le rimostranze di molti cattolici che non accettarono l’insegnamento di HV, ciò contribuì all’accrescere del turbamento in papa Montini che vide gran parte dei fedeli tradire l’insegnamento della Chiesa e sprofondare in quello che fino ad oggi è chiamato uno “scisma sommerso”. Alla fine, dopo la pubblicazione dell’enciclica, così confidò a J. Guitton certo di aver interpretato il volere di Dio:

“Ormai sono sereno. La sofferenza certo, ma anche la serenità. Non ho rimpianti, né rimorsi. Sono sicuro di aver fatto ciò che dovevo fare. I vescovi porranno una certa restrizione alle mie parole. Ma vedrà che nella sostanza mi sosterranno. (p 94).”